Ilaria Pisu

Ilaria Pisu

Biografia

Sono Ilaria Pisu, ho venticinque anni e sono nata a Sassari il 12/01/1995. 

Dopo aver vissuto in diverse città, tra cui Londra e Edimburgo, e aver seguito un corso di trucco prostetico ed effetti speciali a Manchester, decido di tornare nella mia città natale per assecondare la mia irrefrenabile voglia di plasmare la materia, iscrivendomi così all’Accademia di Belle Arti, in cui frequento il terzo anno del corso di scultura.

Se dovessi racchiudere la mia sperimentazione in un’unica parola, quella parola sarebbe “numinóso”. Questo termine, apparso per la prima volta nel 1917 nell’opera letteraria “Das Heilige” (“Il Sacro”), scritta dal teologo tedesco Rudolf Otto, sta ad indicare l’esperienza extra-razionale che si prova di fronte ad una presenza potente avvolta da un’aura sacra, la quale incute terrore ma, allo stesso tempo, attira inspiegabilmente. 

Dal punto di vista artistico personale, il vagare in questo sentimento di contrapposizione é per me uno stimolo alla creazione di opere e soggetti che mettano in soggezione lo spettatore, il quale si sente attratto ma allo stesso tempo impaurito, guidato perciò da una curiosità superiore e inspiegabile, quasi magnetica, verso l’oggetto stesso. 

Le immagini che adotto ricercano, quindi, un equilibrio sospeso tra paura e desiderio; due sentimenti opposti molto forti che possano scuotere lo spettatore e spingerlo verso uno stato percettivo confusionario. Credo che ogni persona venga attratta da ciò che somigli maggiormente a quello che abita la propria psiche. “Attrazione” in fisica, non significa subire una forza unilaterale da parte di qualcuno o qualcosa, al contrario, descrive la forza che due corpi esercitano l’uno sull’altro e che tende ad avvicinarli reciprocamente. Potremmo quindi vedere questo fenomeno come se tra noi e il mondo ci fosse uno specchio, ci avviciniamo a qualcosa che ci riflette. 

Da cosa è scaturito l’interesse per l’opera, quindi? Probabilmente da qualcosa di profondo che nascondiamo dentro. 

La vita stessa racchiude in sé un sentimento di contrapposizione, in quanto estremamente effimera e crudele ma, allo stesso tempo, preziosa. 

Questo continuo struggersi nel dondolio di forze contrastanti é, per me, il motore da cui scaturiscono le mie idee; esso potrebbe quasi essere paragonato al grasso animale utilizzato e concepito nelle opere di Joseph Beuys, un sentimento che diventa materia motrice dell’opera stessa. 

Trovo molto interessante sperimentare i meandri più bui e vaghi della nostra mente, lì dove permettiamo alla pazzia di esistere, dove il genio vive indisturbato. Quel luogo in cui diamo piena libertà alle nostre paure e ai nostri desideri più reconditi di prendere il sopravvento e di forgiarci, rendendoci unici e inimitabili; veri e vivi senza preconcetti.

Per mio modesto parere, trovo sia molto difficile arrivare ad un “io” senza contraddizioni, senza maschere e difese, a vista di ciò le maschere sono un altro punto fondamentale della mia poetica. Esse sono frutto di continue domande che mi pongo riguardo l’incapacità di delineare noi stessi, di quell’inarrivabile perfetto essere incatenato nell’obbligo dell’apparire, in continua ed eterna evoluzione. 

Illustration by: admin

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edizione 2020 Artre